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MEMORIA
BIOLOGICA DELL'ACQUA Vogliamo,
in questa sede, fornire un esempio concreto di quanto abbiamo esposto sopra
analizzando uno tra i mille casi simili che potevamo trarre da altri campi. Ne
abbiamo scelto uno tra i più recenti e che ha suscitato abbastanza scalpore:
quello della «memoria biologica» dell’acqua. La
ricerca del prof. J. Benveniste e collaboratori evidenzia come una soluzione
acquosa estremamente diluita di anticorpi (antiimmunoglobuline E o anti-IgE),
cioè una soluzione in cui non ci possono più essere molecole di anti-IgE, è
in grado di sollecitare la degranulazione dei basofili. I basofili sono un tipo
particolare di globuli bianchi che si trovano nel sangue, i quali in presenza di
anti-IgE si degranulano. La degranulazione è evidenziata dalla caratteristica
capacità di colorarsi dei basofili, e può essere analizzata mediante un
particolare test usato nella allergie. Una strana fluttuazione fu trovata
nell’attività biologica della soluzione: all’aumentare della diluizione la
reazione degli anticorpi dapprima incrementa, poi diminuisce, successivamente
aumenta di nuovo e così via. Infine, una condizione basilare per la riuscita
dell’esperimento, sono dieci secondi di vigorosa agitazione della soluzione
acquosa dopo ogni diluizione. La
notizia viene trasmessa dalla televisione con il solito annuncio spettacolare. I
giornali, il giorno seguente, la comunicano con titoli ad effetto: «Ho
scoperto l’acqua pensante» (Il Giorno); «Il ricordo scritto
sull’acqua» (Paese Sera); «L’acqua ha memoria? Scienziato francese
ha sconvolto la fisica» (Il Mattino); «C’è un fantasma che si
nasconde nella materia» (La Repubblica); «Così ho scoperto che
l’acqua ha una memoria» (L’Unità). Oltre alla notizia i quotidiani
riportano anche i commenti «a caldo» di alcune personalità scientifiche: «E’
una notizia fantascientifica che esce fuori da tutto quello che sappiamo»
(Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina); «La scienza non è
fatta di nozioni separate, ognuna a sé stante: è un insieme integrato di
conoscenze che cresce, acquisisce nuovi nozioni e ne corregge di sbagliate, ma
sempre all’interno di una rete di connessioni logiche non contraddittorie. Se
fosse vera questa “scoperta”, gran parte dell’edificio della nostra
conoscenza cadrebbe: cosa che è in contraddizione con le molteplici prove
sperimentali che confermano l’esattezza delle nostre conoscenze» (Mario
Ageno, biofisico); «E’ una scoperta da mettere in relazione con
l’omeopatia (il cui fondamento consiste appunto in infinite diluizioni di
sostanze attive fino a livelli in cui, secondo la chimica moderna, il preparato
dovrebbe aver perso tutte le sue proprietà), una disciplina verso la quale ho
sempre nutrito molto scetticismo» (Daniel Bovet, premio Nobel per la
Medicina); «L’ipotesi che l’acqua conservi l’impronta di molecole,
eliminate per diluizione, non può essere assolutamente considerata valida» (Pierre
Joliot, biofisico ed accademico di Francia); «Semmai fosse tutto vero,
occorrerebbe forse cercare una risposta nella struttura molecolare dell’acqua,
ancora in gran parte misteriosa, ed in particolare nei “ponti ad idrogeno”
tra le molecole e da possibili reazioni catalitiche per le quali sarebbero
sufficienti pochissime molecole attive» (Falaschi, biologo). Il
gruppo di esperi, a cui si è accennato, è costituito da J. Randi, un mago (o
illusionista) esperto in frodi scientifiche e dal suo assistente J. Alvarez; da
W.W. Steward, medico dell’Istituto per le Allergie e le Malattie Infettive,
struttura dell’Istituto Nazionale della Sanità Americana; e infine dal
direttore della rivista stessa J. Maddox. In
definitiva quello che è successo può essere riassunto come segue. All’U200
dell’INSERM dell’Università di Parigi sud, J. Benveniste, cona la sua
equipe, conduce per alcuni anni degli esperimenti i cui risultati sembrano
dimostrare come l’acqua possieda delle proprietà non interpretabili con le
conoscenze chimico-fisiche che possediamo su questo liquido. I suoi esperimenti
vengono replicati, interamente o parzialmente, con successo, nei laboratori: del
Kaplan Hospital di Rehovot (Israele), dell’Università di Toronto e di
Montpellier, del Policlinico di Milano da A. Madonna e A. Tedeschi. La
commissione di esperti della rivista «Nature» confuta completamente come
errore metodologico tutto l’esperimento e questa versione dei fatti diviene
quella ufficiale dell’ambiente scientifico internazionale. Anche i quotidiani
acquisiscono questa conclusione. 1)
Abbiamo scelto volutamente di non entrare nel merito dell’esperimento,
sul quale non ci pronunciamo; tuttavia risulta evidente che si sono tante cose
da scoprire sulle proprietà dell’acqua biologica, cioè di quella contenuta
negli organismi viventi. 2)
Non ci risulta che altri gruppi, istituti e ricercatori abbiamo ripetuto
l’esperimento smentendolo. La confutazione è basata su considerazioni di
carattere metodologico e sul fatto che i risultati della ricerca contraddicono
quello che attualmente sappiamo sulle soluzioni acquose. 3)
La stragrande maggioranza del pubblico ha appreso la notizia della «memoria
biologica dell’acqua» attraverso i clamori spettacolari della televisione e
dei giornali. Una fetta molto minore dello stesso pubblico ha poi letto
successivamente in qualche trafiletto interno, sugli stessi quotidiani, che era
tutto falso. Seguire la vicenda in dettaglio era praticamente impossibile; la
rivista «Nature» è difficilmente reperibile, e l’articolo specialistico era
di facile comprensione solo per gli addetti ai lavori. 4)
Esiste ancora una scarsa presa di coscienza sul significato e le modalità
di trasmissione delle informazioni, per cui risulta difficile interpretare
criticamente i messaggi veicolati, elaborati e trasmessi dall’emittente al
ricevente attraverso gli odierni canali della cultura di massa indirizzata al
pubblico. 5)
E’ di importanza fondamentale stimolare il pubblico, ma ancor più i
giovani che rappresentano il futuro, a sviluppare e a servirsi di una
metodologia improntata a criteri di verifica seria e approfondita al fine di
apprendere a vagliare e soppesare la miriade di informazioni da cui siamo
giornalmente sommersi. Bibliografia
Copyright © 2003 "GAIA - CENTRO DI BENESSERE PSICO FISICO
S.R.L." .
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